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I contadini di Altamura | “Salire i gradini” di Onofrio Petrara

Il romanzo Salire i gradini di Onofrio Petrara tratta l’epopea di Mino, a partire dalla sua infanzia, immediatamente successiva al ventennio fascista, fino alla guerra fredda. Benché esso sia ambientato principalmente a Gravina, qualche volta si fa riferimento alla vicina Altamura, alla vita dei contadini e al rapporto che essi instaurano con il pane. Di seguito due brevi estratti.

I contadini di Altamura si arrangiavano alla meglio, i più non frequentavano le leghe e molti accettavano paghe più modeste. Andavano ovunque per lavorare, soggiornando anche a lungo nelle masserie lontano da casa. Si portavano dietro forme di pane enormi, tali che bastassero almeno per quindici giorni, e lavoravano senza tante pretese anche nei giorni festivi. Nei campi operavano a piedi nudi, indossavano mutandoni bianchi al posto dei pantaloni, stretti in vita da uno spago o da un fazzoletto colorato attorcigliato a guisa di cinghia. Alcuni estirpavano fave, lenticchie; altri ammucchiavano le piante estirpate in filari perché potessero essiccare prima del trasporto sull’aia per la pestatura con i muli. Non temevano le zolle infuocate, infestate dai rovi, da spine; non badavano di venire a contatto con piante che provocavano pruriti, irritazioni, piaghe. Le mani incallite come le piante dei piedi sembravano rocce, muscoli impenetrabili. Neanche nelle stoppie i contadini accusavano disturbi, quando raccoglievano i fasci di spighe depositati dalla mietitrice e formavano i covoni, le streijêle. (p. 9)

[Mino non si dava ragione] delle grosse forme di pane che i contadini altamurani usavano durante i pasti. Non le aveva mai viste prima di allora e chiedeva alla madre spiegazione. ‘È una necessità – rispondeva la madre – perché quelle persone sono costrette a lavorare lontano da Altamura e di conseguenza devono fare la provvista per almeno un mese. Preferiscono confezionare i pani a forma di ruota per ottenere una buona conservazione. (p. 11)

Onofrio Petrara, Salire i gradini, Il Grillo Editore Soc. Coop., Gravina in Puglia (BA), 2009.

Immagine tratta da “Salire i gradini”


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